Sono figlio di un Macellaio, nei primi anni della mia vita lavorativa, purtroppo o per fortuna, ho aiutato mio padre nel suo lavoro. Sono passati più di 35 anni da quel periodo, ma già allora i resti non commestibili degli animali, venivano portati negli appositi centri per lo smaltimento.
Non frequento più i macelli, ma visto che già allora le normative erano rigide, presumo che oggi lo siano ancora di più. Quindi per equazione non penso che sia un usanza italiana l’abbandono di carcasse.
Quindi la domanda che mi sono posto oggi, quanto Federica dell’Associazione “Zampe alla Riscossa Onlus” mi ha chiamato per avvisarmi del suo insolito ritrovamento è stata: “perché?”.
Federica, sensibile verso i cani e i gatti abbandonati, spesso girovaga per Cascine e Cortili alla ricerca di animali randagi o abbandonati.
Ieri sera, verso le 19, credendo che la carcassa abbandonata fosse quella di un cane, ha dato subito l’allarme. Ha chiamato i responsabili dell’Ast, le guardie ambientali e infine noi. All’arrivo dei Dottori della Ast, girando la carcassa, si è scoperto che non si trattava di un cane, ma di una capra che era stata macellata e abbandonata nelle campagne della Cascina Peralza a Magenta.
Federica commenta: “ci siamo accorti che non era un cane perché girando la carcassa abbiamo visto gli zoccoli – sottolinea – i resti avevano un odore tremendo e all’animale mancava anche la testa che non è stata ritrovata”.
Un analogo episodio di resti abbandonati era stato scoperto dal nostro direttore qualche anno fa e recentemente un fatto analogo anche a Turbigo.
La carcassa è stata recuperata e portata allo smaltimento. La domanda ce la riponiamo “perché?”
Le foto dell’articolo sono di Federica Cattaneo