Una serata per non dimenticare quella organizzata dal Rotary Club Magenta all’hotel Excelsior insieme al comitato per il restauro del Memoriale ai Caduti della prima guerra mondiale presieduto dal Cav Uff. Giuseppe Pirulli. Si è parlato proprio di prima guerra mondiale e di come vivevano i militari sul fronte italiano. Oltre al relatore Generale Dario Cerniglia ha relazionato l’Architetto Maggiore Luigi De Finis, il quale ha presentato il progetto di recupero del memoriale in Slovenia ai caduti della Prima Guerra Mondiale. Il Rotary Club Magenta desidera ringraziare il Socio Generale Antonio Pennino per l’impegno profuso nell’organizzazione della serata. Erano presenti, oltre ai relatori e ai membri del Comitato, diverse autorità con l’Ass. Reg. Luca Del Gobbo, il Sindaco di Magenta Chiara Calati, il Ten. Col. G. F. Dott. Luca Brioschi e numerosi ospiti. Il Generale Cerniglia ha posto alcune riflessioni prima di passare la parola ai relatori della serata.
“La prima guerra mondiale, – ha detto – la grande guerra come fu poi battezzata, è stata caratterizzata da una situazione di stallo tra le forze combattenti delle nazioni in lotta, determinata dallo sviluppo tecnico delle armi, associato alle accresciute possibilità di adattare alla guerra l’organizzazione politica ed economica dello stato. Le popolazioni civili furono soggette ad una spaventosa guerra di logoramento. I vincitori soffrirono quanto i vinti e il risultato finale fu il crollo dell’organizzazione sociale degli stati. Per dare una idea della dimensione della I GM ricordo che alla fine delle ostilità avevano vestito una divisa 65 MILIONI tra donne e uomini appartenenti alle varie nazioni. Ci furono grandi innovazioni tecnologiche (ad esempio il carro armato e l’aeroplano, i fertilizzanti artificiali e i surrogati) ma l’incidenza della guerra sulla vita nazionale e sulla società fu notevole”. La relazione del Generale parla di gente si abituò a sottomettersi al controllo dello STATO in una misura mai sperimentata prima; il lavoro fu indirizzato dall’alto; la tassazione fu aumentata a livelli eccezionali; le donne entrarono nell’industria, nelle forze armate, e in Russia addirittura combatterono; la finanza e l’industria passarono sotto il controllo dello Stato. Benché nelle democrazie si badasse a conservare con cura la supremazia legale del parlamento e degli organismi rappresentativi, la tendenza a governare in forma autoritaria attraverso l’esecutivo, e la propensione della popolazione ad accettare un tale modo di governare, ebbe effetti a lunga scadenza e costituì un precedente per un nuovo tipo di controllo statale. Queste considerazioni ritengo siano base per ricordare il centenario della Prima Guerra Mondiale, un esercizio in sostanza per ricordare la storia perché ricopra sempre quel ruolo che le è proprio e che ogni tanto o troppo spesso dimentichiamo.
Nel Centenario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale è giusto concentrarsi sul ricordo di tutti i caduti, senza vincitori e vinti, di tutti quelli che hanno sacrificato la propria vita per consegnarci un’Europa nuova, che oggi vede quei popoli, che si scontrarono in quella terribile guerra fratricida, riunirsi sotto un’unica bandiera simbolo di un’unica comunità, dove i confini sono più evanescenti e che non dovrebbero essere più causa di conflitti. La missione futura dei popoli europei sarà quella di vivere uniti per riscattare quell’onta rappresentata dalle passate guerre intestine che in un tempo non tanto lontano furono combattute da tutti eroicamente. E’ giusto ricordare e spiegare alle nuove generazioni cosa possa aver generato gli eventi e quali fatti siano parte della nostra storia nazionale. Forse per la prima volta gli Italiani si sono resi conto di essere fratelli e di dover combattere per il bene comune. Vorremo così raccogliere questa eredità e passarla ai più giovani. Il momento è occasione per non dimenticare quei 20 milioni di morti e tutti gli altri che si aggiunsero in seguito, senza assolvere e senza attribuire colpe, senza dividere, in maniera manichea, chi rappresentava il Bene e chi il Male, ma solo per ricordare cosa fu.