Non è un caso che ieri sera a Borsano abbiano presentato il quadro raffigurante ‘San Martino e il povero’, opera settecentesca di autore ignoto, recentemente restaurata, di proprietà della Parrocchia dei Ss. Apostoli Pietro e Paolo. Il dipinto è raro e il restauro è stato reso possibile dai ‘portafogli’ dei settantenni del luogo, gli unici che ricordano il vecchio libro di lettura (oggi i ragazzi delle elementari hanno 18 quaderni nello zaino, oltre non so quanti libri) dov’era raccontato l’episodio di San Martino che, cavalcando avvolto nel suo mantello di guardia imperiale, incontra un povero tremante e, a quella vista, sguaina la spada e fa due pezzi del suo mantello, dandone la metà al povero.
Nella civiltà contadina c’era il proverbio: L’estate di San Martino dura tre giorni e un pochino, Quest’anno è durata un po’ di più. Comunque la data odierna – 11 novembre – era quella degli sgomberi. E l’ha ricordato bene Olmi nell’Albero degli Zoccoli. ‘Fare San Martino’ significava andare via da un’altra parte in un’altra cascina…
FOTO Quadro di San Martino, prima e dopo il restauro