Il Giorno del Ricordo è stato onorato, anche a Magenta. Con una cerimonia al parco di via Melzi. “Onorato di vedere tanta gente nel Giorno del Ricordo – ha detto il vice sindaco Simone Gelli – Un giorno in cui ricordiamo le vittime delle foibe. Una tragedia che colpì fortemente il nostro popolo e una comunità che è tra noi”. L’allora amministrazione Del Gobbo partì con questa iniziativa continuata successivamente al parco dedicato in via Melzi. Una corona di alloro è stata deposta al Cippo dei Martiri delle Foibe alla presenza del sindaco Chiara Calati. C’erano anche i vertici della Guardia di Finanza, della Polizia Stradale, locale e dei Carabinieri e numerose associazioni d’Arma (Alpini e Bersaglieri) e di volontariato.
Pierluigi Rodeghiero, segretario del Gruppo Alpini di Magenta ha detto: “Dallo scorso anno una cosa è cambiata. Abbiamo posizionato un’area di rispetto per proteggere il monumento”. Il Presidente dell’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia del comitato di Milano ha aggiunto: “Grazie alla legge del 2004 oggi celebriamo il Giorno del Ricordo. Permettendo a tutti di conoscere un pezzo di storia recente rimasto nascosto. L’esodo, nessuna traccia di italianità doveva esserci su quelle terre. Nelle scuole non si parlava più italiano, ma solo il serbo croato. Vengono soppresse le festività religiose. In quel periodo se qualcuno doveva battezzare i propri figli doveva farlo di nascosto, così come sposarsi in chiesa o celebrare un funerale”.
Una testimonianza incredibile e terrificante. Lui che a Natale stava a casa da scuola, il giorno dopo veniva bacchettato dal maestro pubblicamente. La terra della sua famiglia è stata nazionalizzata. “Mio padre aveva protestato e venne portato ai lavori forzati vicino a Zagabria a costruire la ferrovia – continua – Per le foibe hanno cominciato a lavorare dopo l’8 settembre del 43. Subito sparirono 800 persone. Il grande disastro è cominciato dopo il 25 aprile del ’45. Da noi, anziché festeggiare la Liberazione, cominciò l’occupazione. Poco dopo cominciò la pulizia etnica. Noi italiani siamo stati cacciati. Tra il ’45 e il ’46 a guerra finita sono spariti nel nulla oltre 17mila persone. Altre ricerche parlano di 22mila sparizioni. Un vero e proprio genocidio”.