Come molti avranno letto sulle pagine di CAM prima delle vacanze estive, in modo assolutamente arbitrario, è stato ridimensionato pesantemente l’orario del palazzetto dello sport, una struttura che per molti abitanti della nostra città non è solo un punto di riferimento sportivo e ricreativo.
Facciamo un passo indietro: la struttura sopracitata è di proprietà comunale e viene data in gestione a Società, Cooperative o Associazioni che hanno determinati requisiti per svolgere questo tipo di attività. Nel caso specifico, chi da decenni gestisce ” il palazzetto” è il CIEF, realtà storica del territorio, creatasi tramite i professori di educazione fisica, in forma di cooperativa. Parecchi i meriti di questa associazione, che per tanti anni è stata ed è preziosa in molte situazioni, ma, proprio per questo motivo, non è corretto oggi far finta di niente o girarsi dall’altra parte per non vedere decisioni profondamente sbagliate e dannose per l’intera comunità. Mi riferisco ai nuovi orari e alle nuove strategie di gestione.
In una società come la nostra, in continua evoluzione, e per certi versi sempre più aperta a nuove sfide , tutti pensavano a un allargamento di orari, di corsi, di aperture. Invece accade esattamente l’opposto: 5 mezze giornate chiuso, due intere giornate chiuso, il 50% per cento dei corsi cancellato, personal trainer lasciati a casa, con conseguente diminuzione drastica dell’orario di apertura e chiusura.
Questo, ovviamente, comporterà “una marea” di iscritti in meno, sia per quanto riguarda i vari corsi che per quanto riguarda il fitness. Detto in parole povere: nel giro di non molto: la morte della struttura, fatta eccezione forse per un paio di discipline. Quindi, la domanda che pongo è: perché devastare in modo pesante una realtà che funzionava bene, che coinvolgeva tante persone e che aveva anche personale preparato professionalmente?
Il ” palazzetto” è una proprietà di Magenta, dei cittadini di Magenta, è un immobile pubblico che fino a ieri creava dei servizi, delle opportunità, offriva anche momenti di incontro, di socializzazione ( e oggi sappiamo quanto sia importante l’aggregazione sociale).
Una struttura del genere quindi non può e non deve essere gestita in maniera privatistica, creando gravi disservizi, tantissimi disagi e obbligando la maggioranza degli utenti ad andare a svolgere la propria attività sportiva in strutture private. Non è giusto!!! Oltre a tutto il palazzetto è una struttura piena di storia, di passioni, di squadre “vincenti” nelle varie discipline, di cui, con l’attuale filosofia gestionale, non resterà più nulla, solo i ricordi.
Non è accettabile e, a questo punto, deve intervenire fattivamente l’Amministrazione, perché, se la gestione penalizza i cittadini, vuol dire che sbagliati non sono i cittadini-utenti, ma le “pseudo strategie” di chi gestisce la struttura. Il palazzetto deve continuare a vivere, a svilupparsi, a crescere, per il benessere della comunità, e non ci sono formalità burocratiche e convenzioni che tengano. Le cose che non funzionano, se c’è la volontà, si cambiano, altrimenti si diventa conniventi. Ridimensionare il palazzetto vuol dire impoverire la città e desertificare un aspetto fondamentale della vita che è lo Sport: non ce lo possiamo permettere, sarebbe un errore grossolano. Conosco i membri della Giunta e del Consiglio Comunale, di maggioranza ed opposizione, e sono sicuro che su questa questione strategica la pensino come il sottoscritto. Auspico un loro intervento forte e risolutivo.