ALTOMILANESE – Il ‘Corriere’ (11 dicembre 2018) dedica ben due pagine alla riscoperta della ‘Battaglia di Tornavento’ del 1636, della quale, ogni anno, i ‘Cavalieri del fiume Azzurro’ di Tornavento organizzano la rievocazione che raccoglie sempre un maggiore interesse da parte delle popolazioni dei paesi vicini.
Ha dato motivo di riflessione su tale battaglia (trascurata dagli storici italiani!) la pubblicazione di un saggio di uno storico canadese Gregory Hanlon.
La recensione del libro a cura di Paolo Mieli sul ‘Corriere’ di oggi così racconta lo scontro tra spagnoli e franco-savoiardi, episodio della Guerra dei Trent’Anni (1618-1648), che ebbe duemila morti che furono sepolti in una chiesa di cui oggi resta solamente la matrice originaria dei muri:
“La battaglia in sé fu poca cosa – scrive Mieli – non fosse per i morti che lasciò sul terreno: duemila. Si affrontavano, guidate dal marchese di Leganes, le truppe del Re di Spagna (nonché Duca di Milano, Signore di gran parte delle terre lombarde) e quelle francesi alleate con i piemontesi (savoiardi) capitanate dal maresciallo di Crequy. Si risolse con una sostanziale tenuta della Spagna e, di conseguenza, con uno smacco per la Francia”. Probabilmente, proprio perché non aveva risolto alcunché, mancò l’attenzione degli studiosi italiani e francesi sulla vicenda, mentre gli storici locali registrarono l’evento per le scorrerie che i soldati fecero nelle chiese di Turbigo e Castano, ma probabilmente anche negli altri paesi dell’Altomilanese.