Non voglio denigrare nessuna forza politica magentina, ma anche stamattina leggendo Facebook non ho potuto fare altro che chiedermi: “dov’è finita la politica di una volta?“
Oggi il sindaco Chiara Calati parla di far rinascere Magenta, di competitività di turismo e attrattività di porta verde. Cerca a suo modo, con la sua giovane esperienza politica, di fare qualcosa per la “sua” città! D’altronde ha avuto il 60% dei consensi, chiunque al suo posto si sentirebbe in una botte di ferro.
Insinuiamo qualche dubbio. Conosciamo la storia, anche il grande Cesare in punto di morte disse: “Tu quoque, Brute, fili mi! (“Anche tu, Bruto, figlio mio!”)”. Scusate il latino, io non lo conosco, ma ogni tanto il mio amico Provera, usando i copia e incolla lo fa (è figo), per una volta faccio anch’io il diverso, ma l’esclamazione di Cesare fa capire che i tradimenti non si sa mai da che parte arrivino. Ci sarà qualcuno che dal Palazzo farà uscire “voci”?.
Questo piccolo siparietto che ho fatto citando l’amico Provera, è per dire che, sono realmente dispiaciuto che ormai viviamo il punto più basso della politica, locale, nazionale e, purtoppo, anche mondiale.
Parafrasiamo il grande Alberto Sordi che diceva nel Marchese del Grillo: “Perchè io so io e voi non siete un cazzo”. Questa frase è nelle menti di molti politici, specie quelli locali, i quali una volta ottenuti i consensi, si dimenticano che gli ha eletti il popolo per il bene del popolo.
In questa mia piccola riflessione non dimentico neanche i politici decaduti, ancora in politica, ma persi sulla via Appia, non vedono ancora la loro fine e s’arrampicano sui vetri, pur di restare a galla, sostenuti, fin che dura, da remunerati incarichi. Qualcun altro, al loro posto sarebbe ben felice di percepere un “congruo” stipendio; sarei felice anch’io di essere certo che a fine mese recupero un stipendio fisso e sicuro di 1300 €, non lo stipendio di 10.000/15.000 € di questi politici, scontenti.
Rifletto sulla parola scontenti, il loro EGO è talmente forte che non sono “solo” i soldi che li fanno felici, ma è l’essere PRIMEDONNE che li appaga, continuando a dimenticarsi il vero motivo per cui sono stati eletti.
Etimologia del termine Politica: Dal greco antico politikḗ (“che attiene alla pόlis”, la città-stato), con sottinteso téchnē (“arte” o “tecnica”); per estensione: “arte che attiene alla città-stato” talvolta parafrasato in “tecnica di governo (della società)”. Dalla stessa radice (πόλις, pόlis, “città-stato”) derivano anche il sostantivo polī́tēs (πολίτης, “cittadino”) e l’aggettivo polītikós (πολιτικός, “politico”). Tranquillizzate Provera: l’ho copiato da wikipedia.
I fatti di stamattina:
qui sotto il post del PD di Magenta fonte di un ampio dibattito su Facebook e, il post di risposta di Chiara Calati, che di solito preferisce evitare il dibattito sui Social
Il post del PD sulle dimissioni dell’addetto stampa del comune:
+++ DIMISSIONI ADDETTO STAMPA +++
Dura solo 3 mesi l’esperienza dell’addetto stampa scelto dalla Sindaca Chiara Calati (articolo sull’assunzione ▶https://www.ticinonotizie.it/magenta-carlo-cassani-entra-n…/).
Dopo l’Assessore Bellantonio, oggi un altro pezzo legato al Primo Cittadino lascia il campo. È così difficile stare vicini alla Sindaca? L’Amministrazione ha davvero le idee #chiare?
La risposta del Sindaco Calati:
“Apprendo dal PD Magenta che avrei litigato con la parrocchia, con alcuni sindaci vicini non meglio precisati, con collaboratori che scappano dal Comune per colpa mia e non so chi altro. Bè, se mai mi fidanzerò chiederò al PD Magenta informazioni e aggiornamenti se per caso non sapessi di averci litigato! Dai son simpatici. Comunque sereni, sono in pace con tutti e soprattutto con me stessa, perché se litigo da sola allora sì che son guai, e grossi anche!”
Io che sono nativo di un piccolo paesino dell’Altomilanese, Malvaglio, giuro che si spettegola molto meno che a Magenta.