Mostar: il 26 Dicembre del 1995, salutai, stringendogli la mano, un uomo, il Maggiore dei Carabinieri Ermanno Fenoglietti
Eravamo a Mostar il giorno prima della morte del Maggiore Ermanno Fenoglietti. Io e Paolo Restelli decidemmo di andare a salutarlo prima della partenza. Ci accolse come sempre aveva fatto, un sorriso, una pacca sulla spalla e una forte stretta di mano. Mi risuonano ancora oggi, 24 anni dopo, le sue parole: “ragazzi prestate attenzione, tornate a casa sani e salvi“. 24 ore dopo quell’ultimo incontro, Il Maggiore Fenoglietti non c’era più. Quando penso al valore di quell’uomo, di quel Carabiniere, in automatico mi viene la pelle d’oca. Nei momenti non ufficiali, parlavamo dei figli, lui aveva un maschio, io una femmina, nati entrambi nel 1991, lui non ha visto crescere il suo. Questo è solo un piccolo ricordo, doveroso, per chi è morto facendo il suo dovere.
dal sito ufficiale dei Carabinieri leggiamo:
Il maggiore dei Carabinieri Ermanno Fenoglietti perse la vita, il 27 dicembre 1995, durante una missione di pace nella terra martoriata della Bosnia, dove era andato con lo stesso entusiasmo con cui si era precedentemente impegnato a Catania, a Como e nel Libano. Anch’egli fu vittima innocente là dove «altri, tanti, troppi innocenti, a causa di una guerra irragionevole e violenta, hanno lasciato la vita», come disse il cardinale Giovanni Saldarini, arcivescovo di Torino, il 29 dicembre durante la cerimonia funebre di Fenoglietti, stigmatizzando con lapidaria efficacia il carattere, lo spirito e la professionalità del caduto. Paracadutista direttore di lancio, istruttore militare di educazione fisica, sciatore, pattugliatore scelto, ed altri notevoli brevetti figuravano nel suo curriculum formativo e tecnico-professionale; Plotone paracadutisti, Sezione del prestigioso Gruppo di intervento speciale (Gis), Nucleo radiomobile, Compagnia (Fontanarossa), nel suo curriculum di Comandante; missione di pace in Libano, due encomi per il comportamento nella lotta alla criminalità organizzata, la missione Uepol a Mostar, nel suo curriculum operativo. Questo l’uomo, il carabiniere, il cittadino. L’ufficiale, dal 1° settembre del 1995, aveva assunto il comando dei venti militari dell’Arma in Bosnia, in seno al contingente europeo di 170 uomini provenienti da undici Paesi.