TURBIGO – In questi giorni la villa ‘Doria Pamphilj’ di Roma è balzata agli onori della cronaca perché sede degli ‘Stati Generali’ voluti dal presidente Conte. Ma chi sa che tale residenza storica – di due nobili famiglie italiane – fu di proprietà dei feudatari turbighesi, appunto i Doria nel Settecento.
GIOVANNI ANDREA DORIA LANDI, FEUDATARIO DI TURBIGO, ERA NEL SETTECENTO L’UOMO PIU’ RICCO D’ITALIA. Lo abbiamo scritto nell’unico libro che racconta la storia del nostro paese (Turbigo, 1995) che qui in parte riportiamo:
“ A Venezia, il 16 aprile1627, la principessa Polissena Maria Landi sposò il principe Gio. Andrea Doria, marchese di Torriglia e principe di Melfi (figlio del grande mecenate del Rinascimento genovese) e così il feudo di Turbigo passò al casato dei Doria (prima era dei Landi).
Il feudo turbighese – dopo una serie di schermaglie giuridiche con il Regio Fisco – venne successivamente ereditato da Gio. Andrea III Doria Landi (1653-1737) che sposando Anna Pamphilj, ultima erede della grande casata romana, concentrò nelle sue mani le ricchezze dei Doria di Genova, dei Landi di Piacenza, dei Pamphilj di Roma. Ecco perché si dice che Gio. Andrea III sia stato – alla fine del Seicento – l’uomo più ricco dell’Italia di allora.
Nei primi decenni del Settecento il principe possedeva a Turbigo ben 1327 pertiche di terreno nella zona compresa tra Via Corridoni e Via Libertà, oltre al Castello, l’Osteria al Segno dell’Annunciata e il Molino del Pericolo. Possedeva 600 pertiche anche ad Ossona”.
Signore di Turbigo ancora nel 1784 fu Andrea IV Doria Pamphilj Landi (1747-1820). In seguito la casata vendette Turbigo, insieme alle altre proprietà che aveva in zona, nella seconda metà dell’Ottocento, dopo la cosiddetta eversione feudale.
LA VILLA DORIA PAMPHILJ. Trae origine dalla tenuta di campagna dell’omonima famiglia nobile romana, progettata da Alessandro Algardi e Giovanni Francesco Grimaldi nel Seicento, dalla fusione di diverse vigne preesistenti. Fu espropriata nel corso del Novecento, divisa in due nel 1960 per l’apertura di via Leone XIII (tratto della via Olimpica), e aperta al pubblico nel 1972.
GLI EREDI DORIA PAMPHILJ. Maurizio Stefanini (Libero, 10 ottobre 2009) ha aggiornato lo stato della dinastia e del patrimonio secolare raccontando le vicende di Jonathan, primogenito e gay, che vuole dare il nome dei Doria Pamphilj al figlio maschio avuto in provetta. Ma la sorella Gesine non è d’accordo e ha scatenato i legali in una guerra giudiziaria in nome del ‘sangue’.
La madre di Jonathan e Gesina, ultima principessa di ‘sangue’ (+2000), ha vissuto nel palazzo di Roma (il più grande edificio adibito ad abitazione privata), di proprietà della famiglia, il quale ospita opere di Tintoretto, Tiziano, Raffaello, Caravaggio e via dicendo. Si chiamava Orietta Emily Mary Pogson Doria Pamphilj ed era nata a Londra 78 anni fa. Sposò nel 1958 il luogotenente Franck Pogson della Royal Navy Voluntary Reserve. La coppia non ebbe figli naturali, ma adottarono Jonathan (56 anni) cittadino britannico ed erede maschio e Gesina, di un anno più giovane del fratello, la quale ha sposato Massimiliano Florindi ed ha avuto quattro figlie. Il primogenito Jonathan, omosessuale dichiarato, si è unito in matrimonio civile a Londra con il brasiliano Elson Edeno Braga. Con la tecnica dell’inseminazione artificiale ha avuto due figli: Emily nata nel 2007 e Filippo Andrea venuto al mondo nel 2008 in Ucraina e pre-selezionato in quanto maschio, grazie alle più recenti tecniche, in modo da poter ereditare il nome dei Doria Pamphilj.