Stiamo vivendo uno dei periodi più bui della nostra storia, nel quale “servi sciocchi” di poteri così deboli, che sono capaci di governare solo in stato di emergenza, spadroneggiano sui datori di lavoro: i cittadini che li hanno assunti per amministrare con rettitudine il Paese.
Di più, spudoratamente hanno elaborato una legge elettorale che impedisce di fatto – al cittadino –
di scegliere se cambiarli o rinnovare loro il contratto già firmato in precedenza con una croce.
Le scelte pilotate, nate dagli accordi fra i segretari dei partiti delle varie coalizioni, hanno disatteso la rappresentanza territoriale, espressione di quel federalismo promesso ma lungi dall’essere attuato, a salvaguardia del potere centrale che a tutti i costi vuole il conservatorismo desiderato dalle lobby.
Dunque, chi votare se non ci è permesso fare selezione?
I “programmi da lunapark”, uniti ad una censura verso chi abbia intenzione di portare nel parlamento nuove voci, nuove persone, nuovi progetti politici, riducono purtroppo il nostro Paese ad una velata dittatura ben lontana dallo stato di diritto, ormai proclamato solo sulla carta costituzionale.
La democrazia – il nostro faro istituzionale – irrinunciabile insieme alla libertà di pensiero e di opinione, paiono pugnalate da ora, al di là di ogni ragionevole cambiamento di scena, proveniente sia dalla destra che dalla sinistra o da quel che resta del centro passando per il vattelappesca!
Un’eterna e lenta agonia istituzionale e politica in grado di continuare ad utilizzare montagne di soldi provenienti dall’Europa, sprecati in inutili “bonus” al fine di nascondere la verità al POPOLO: quella di un parlamento incapace di realizzare un reale progetto di lungo respiro, che consenta un taglio netto con le logiche del passato più vicine agli amici degli amici che al bene comune.
Penso che a questo punto, fin tanto non ci sarà una seria proposta politica nel nome del federalismo
– in grado di scuotere le coscienze ed i valori della Gente per bene – l’astensionismo rimanga l’unica espressione di sfiducia, da parte del POPOLO, verso questa classe politica che non ha voluto e saputo ascoltare la richiesta di cambiamento giunta anche attraverso il voto referendario del 22 ottobre 2017.
25 agosto 2022 / san giuseppe calasanzio Bellani Abramo