Riceviamo da Lino Braga e pubblichiamo:
Che peccato …..
Una antica ricorrenza tanto cara ed apprezzata dai nostri nonni
dell’età pre-industriale si sta lentamente spegnendo.
Le cause vanno forse ricercate nella mancanza di linfa giovane ma soprattutto
nel disinteresse generale.
Lungo il percorso della tradizionale ‘Processione per i Campi’ mancavano gli altarini per le fermate di preghiera a cascina Dondi, Belvedere (zona quadro S. Edoardo) e in cima alla salita dell’Arbusta. Unico superstite è quello che si trova davanti alla fontana ai piedi della salita.
Grazie a Don Carlo che ha animato la Processione in tutto il suo percorso e al solito Gambaro per gli addobbi nei punti strategici; grazie agli abitanti di Cascina Gatta per il solito ricco ed apprezzato spuntino (ma senza l’ambiente festoso che sa creare la Banda, purtroppo assente); grazie a chi ha ripulito a dovere il percorso che da via del Gabbone, attraverso il bosco porta alla cascina Gatta.
Se la preghiera non è più rivolta solo ai campi la si potrebbe indirizzare alle industrie in crisi o quel “pentolone ribollente di guerre” che è il mondo di oggi.
Anche la bella Processione serale ha visto una scarsa partecipazione (pochi anche gli spettatori) ed il coro per l’Inno ridotto al lumicino.
Speriamo che il 2025 veda una più nutrita partecipazione per ridare vigore ad una antica tradizione (tra le più belle del paese) che sarebbe un gravissimo errore abbandonare.
Per chiudere la triste cronaca, un elogio va agli abitanti di via S. Vincenzo per l’addobbo della cappella del Santo e per gli infiniti lumini accesi sui due marciapiedi
DIDA Una antica immagine della processione con don Lino Beretta, parroco dal 1960 al 1986