TURBIGO – Era arrivato a Turbigo nel 1993, al tempo in cui l’Amministrazione Comunale era tormentata dalla politica. Me lo aveva ricordato recentemente in una occasione pubblica. Si sedette vicino e mi raccontò del tempo in cui scriveva per ‘Città Oggi’. I suoi articoli pungenti avevano ‘carattere’, un tono che mancò all’appello quando divenne Comandante della Polizia locale turbighese. Ma ci inviò sempre le attività del suo Corpo di Polizia – con l’invito a pubblicizzarle – e ricevemmo anche l’ultima, quella riguardante l’Esercizio 2022.
Negli anni in cui permase la collaborazione con il vecchio cronista emozionato che sta scrivendo, ricordo che lo aspettavo alla domenica sera. Arrivava con dei foglietti segnati da una scrittura rotondeggiante, pesante, sempre frutto dell’azione forte su una biro nera.
Poi divenne il Comandante. Non era un ‘poliziotto’ nel senso negativo del termine, ma era sempre aperto a trovare il modo migliore per fare ‘meno male’ possibile ai cittadini (le multe). Sapeva che ‘la vita è breve e piena di dolore’, un intercalare che mi ricordava spesso quando, casualmente, ci incontravamo. Eravamo amici e non c’era bisogno di preamboli per scambiarci due parole, nonostante lui fosse castanese e io turbighese. Sincero e leale sono i due aggettivi che mi sono venuti in mente, adesso, mentre sto scrivendo il suo ricordo.
Stamattina, una signora al cimitero mi si affianca e dice: “Lo sa che è morto Rudoni. Ho ricevuto attraverso l’app comunale il ricordo del Sindaco che informava la cittadinanza della morte del suo Comandante”. Poi abbiamo incontrato un’impiegata comunale, da poco andata in pensione, e siamo rimasti lì, insieme, a piangerlo.
Condoglianze alla moglie Serena e alle figlie Ginevra e Vanessa.