TURBIGO – Nella notte tra 8-9 settembre era previsto un trasporto eccezionale diretto in centrale. Crediamo sia avvenuto senza alcun problema. Il trasporto eccezionale è probabilmente legato all’installazione del secondo turbogas previsto nell’area di quella che fu la centrale termoelettrica. Trasporti del genere furono diversi nella storia recente: i primi costrinsero l’Enel a rinforzare il ponte sulla Circonvallazione, poi si pensò di raddoppiare il ponte di Via Roma.
Infatti, negli anni 1965-66 – in occasione dei trasporti eccezionali riguardanti il trasformatore principale e lo statore del gruppo 1 di Levante – fu necessario rinforzare il ponte sulla circonvallazione sul Naviglio Grande (abbiamo recentemente pubblicato la foto). Ciò richiese l’esborso da parte dell’Enel di circa 30 milioni di vecchie lire per ogni trasporto in quanto la concessione del Genio Civile – per il carattere di navigabilità del canale – era limitata ad un mese dopo di che le opere avrebbero dovuto essere demolite ed eventualmente rimesse in altra occasione.
Fatti i debiti conti, l’Enel prese contatti con il Comune e propose la costruzione di un ponte sul Naviglio Grande ad unica carreggiata, affiancato a quello secentesco in pietra posto sulla strada comunale. Il Comune si dimostrò disponibile ad acquisire tutti i terreni necessari alla realizzazione del nuovo ponte, dei raccordi stradali e a sostenere gli oneri per le opere accessorie.
A costruzione ultimata l’opera sarebbe rimasta di proprietà del Comune il quale avrebbe curato, a proprie spese, la manutenzione ordinaria e straordinaria. L’accordo presupponeva anche che il Comune avrebbe rilasciato la licenza edilizia per i gruppi 3-4 di Levante (previsti a Piacenza, ma poi destinati a Turbigo) senza alcuna particolare prescrizione cautelativa.
Il raddoppio del ponte comportò, da parte dell’Enel, una spesa di circa 50 milioni, poco meno di quanto aveva già pagato per rinforzare due volte il ponte sulla S.S. 341.
Questo è quanto fu realizzato all’epoca, ma i tormenti locali del tempo furono tanti (la prima ipotesi dell’Enel fu quella dell’abbattimento del ponte secentesco e della costruzione di un’analoga opera in cemento armato o in ferro), ma una una petizione popolare – capeggiata da Giuseppe Garavaglia e Angelo Vittorio Mira Bonomi – portò a vincolare il ponte da parte della Soprintendenza allo scopo di evitarne la demolizione.
FOTO l’inaugurazione al tempo dell’Amministrazione Paratico; il ponte in cemento armato accostato a quello in pietra, progetto al quale collaborò anche l’architettoAngelo Vittorio Mira Bonomi.