INTERVENTO ASSESSORE ALLA CASA DI RIPOSO, FRANCESCO COLOMBO
“L’obiettivo dell’Amministrazione, di tutti, nessuno escluso, è di aprire quanto prima la struttura per evitare che l’edificio si trasformi in una cattedrale nel deserto. Ma non faremo sconti. Il buonsenso, suggerisce che prima occorre risolvere i problemi di natura giuridica e legale e solo dopo lavorare insieme per consentire l’avvio del servizio. Il rispetto delle regole deve valere per tutti, anche per i soggetti privati che quando costruiscono hanno sì dei diritti, ma anche e soprattutto dei doveri. Su questo punto saremo certamente disposti al dialogo ma fermi e risoluti nel far valere le nostre ragioni”.
Era l’8 giugno 2019 quando, in occasione del primo Consiglio comunale di questa Amministrazione, pronunciai a Palazzo Taverna queste parole, dopo aver ricevuto dal Sindaco la nomina ad assessore alla Casa di riposo. A distanza di 2 anni e mezzo, questa sera, le frasi dette allora diventano realtà e trovano compimento nell’atto che questo consesso è chiamato ad approvare.
La Casa di riposo di Arconate aprirà. Aprirà perché questa Amministrazione comunale ha lavorato per oltre 30 mesi, spesso sotto traccia, e ha trovato un accordo che consente al Comune di avviare il servizio ripristinando la piena e totale legalità. Si tratta di un momento storico e senza precedenti per la nostra comunità, che potrà finalmente godere di un servizio importante non solo per Arconate, ma anche per l’intero territorio dell’Altomilanese.
La sentenza di primo grado del Tribunale di Milano del 17 luglio 2019 ha riconosciuto che la Casa di riposo di Arconate è stata realizzata grazie a una gara turbata, truccata da chi – in totale conflitto di interessi – ha voluto favore i suoi interessi privati danneggiando la comunità. Si è celebrato un processo, durato due anni. Si sono svolte udienze, sono stati ascoltati testimoni e, all’esito del dibattimento, è stata pronunciata una sentenza, che ha condannato l’ex sindaco Mario Mantovani e i responsabili a pene severe.
Il Comune di Arconate, parte offesa, ha ricevuto un risarcimento di 100.000 euro per il danno subito. Tutto ciò non è battaglia politica, non sono attacchi di parte, non è propaganda, ma è la verità giudiziaria, scritta da un Tribunale della Repubblica in nome del popolo italiano. Questa vicenda processuale, che a breve vedrà il pronunciamento della Corte d’Appello di Milano, ha indiscutibilmente segnato il corso degli eventi e inciso sulle scelte politiche e amministrative che
abbiamo assunto. Di fronte a noi, colleghi Consiglieri e pubblico intervenuto questa sera, c’erano due strade. Scegliere
di revocare la concessione in essere, cioè decretare la fine di quella struttura e impedirne a vita l’apertura, oppure dare un futuro alla casa di riposo, trovando il modo di contemperare gli interessi in campo, ovvero ripristinare la legalità dopo gli arresti ma anche garantire le pretese economiche di chi ha realizzato l’investimento. Abbiamo scelto di interpretare il ruolo di Amministratori nell’accezione più nobile del termine, ovvero quello di costruttori, di coloro che costruiscono ponti per risolvere problemi e trovare soluzioni, nella profonda convinzione che la comunità arconatese non debba pagare per gli errori commessi da chi l’ha amministrata nel passato.
Per tali ragioni l’8 maggio 2020, dopo che Fondazione Mantovani aveva di fatto acquisito – dalla cooperativa Anteo – la proprietà della struttura, questa Amministrazione ha trasmesso all’Autorità Nazionale Anticorruzione istanza per chiedere, in forza dell’articolo 32, legge 90/2014, la misura della temporanea e straordinaria gestione di Opera Pia Castiglioni e, contestualmente, la nomina di due commissari indipendenti. Tale scelta è motivata da un principio molto semplice quanto basilare: per la Pubblica amministrazione era impossibile trattare, discutere e affidare le chiavi della Rsa agli stessi soggetti
che avevano commesso reati per truccare il regolare svolgimento della gara.
In altri termini, non abbiamo potuto né voluto transigere sulla legalità. Eppure l’attuale opposizione, ovvero il gruppo guidato dallo stesso leader condannato dal Tribunale di Milano, ci ha accusato di essere mossi dall’invidia e dall’odio, di essere accecati dal risentimento e dal livore. La verità è che le Istituzioni ci hanno dato ragione. In prima battuta Anac, il 16 novembre 2020, ha riconosciuto le ragioni del Comune, evidenziando la presenza di un “disegno criminoso che ha avuto evidenti ripercussioni sulla genuinità della gara” e la necessità di nominare “amministratori straordinari per proseguire in condizioni di ripristinata legalità”. In seconda battuta il sig. Prefetto di Milano, il 15 febbraio 2021, ha sottolineato “il ruolo tuttora persistente di Mario Mantovani come dominus della Fondazione Mantovani” e ha ritenuto necessario nominare due commissari straordinari – il dottor Giuseppe Mele e il dottor Furio Massimino Zucco – per “adottare i correttivi giuridico-amministrativi necessari” e favorire così “l’avvio dell’attività di gestione della struttura”.
Con i Signori commissari, i quali rappresentano il volto migliore dello Stato, abbiamo sin da subito lavorato dimostrando ampia disponibilità e collaborazione, concentrando essenzialmente gli sforzi lungo due binari.
Il primo: agevolare la conclusione dell’iter di collaudo tecnico-amministrativo dell’opera, la quale, al contrario di quanto ripetutamente affermato, era ben lontana dal definirsi “conclusa”. Anche in questo caso, i professionisti hanno dovuto mettere mano ai “pasticci” del passato: documenti che mancavano, difformità tra i progetti e quanto effettivamente realizzato, impianti da avviare, finiture da completare. Si è lavorato anche a Ferragosto per raggiungere l’obiettivo, e così è stato. Il 25 ottobre 2021 il professionista individuato dal Comune, ing. Paolo Botton, ha trasmesso a questo Ente il certificato di collaudo tecnicoamministrativo della struttura integrata per anziani, senza riserve formali di sorta. Solo grazie alla sinergia tra Amministrazione e Commissari è stato possibile rendere la struttura agibile, funzionale, sicura ed efficiente, pronta cioè ad accogliere gli anziani. Il secondo obiettivo a cui abbiamo lavorato è quello in discussione questa sera, ovvero il nuovo accordo per un contratto di concessione – tra Comune e operatore privato – che rispetti pienamente i
dettami normativi e ripristini gli elementi di interesse pubblico a tutela dell’ente e della comunità. L’accordo che questa Assemblea è chiamata a votare, redatto congiuntamente dai legali delle parti e dai Commissari e approvato ieri nel Consiglio di Amministrazione della concessionaria, risponde pienamente alle richieste avanzate dal Comune.
La Rsa di Piazza Falcone e Borsellino ha un valore economico complessivo di circa 12 milioni di euro.
La nuova convenzione prevede un termine di concessione di 65 anni, al termine del quale Opera Pia Castiglioni riconoscerà al Comune il diritto di acquisire, senza oneri, la piena ed esclusiva proprietà della Casa di riposo, del terreno sui cui è stata costruita e dei 41 posti auto interrati di Piazza Falcone Borsellino. Un risultato importantissimo, perché finalmente l’Amministrazione si riappropria di un bene che era stato svenduto all’operatore privato il 26 settembre 2012, al valore di 500.000 euro, e che invece tornerà al Patrimonio del Comune, dopo che l’allora opposizione sollevò i fari sulla legittimità di una simile operazione. La manutenzione di Piazza Falcone e Borsellino sarà interamente a carico di Opera Pia Castiglioni, che verserà ogni anno al Comune un contributo di 3.600 euro per i tagli del verde, al netto dell’indicizzazione. Con questo atto, inoltre, le parti rinunciano ciascuna alle rispettive pretese legali e risarcitorie con riferimento alle penali per i ritardi nell’esecuzione dei lavori e i presunti danni connessi al ritardato avvio del servizio di Rsa: si mette dunque il Comune al riparo da contenziosi, che probabilmente durerebbero anni e certamente sarebbero molto onerosi per l’ente. Il Concessionario assume altresì l’obbligo di depositare, al 60esimo anno di concessione, una cauzione idonea a garantire lo stato di efficienza del bene che sarà trasferito al Comune. Infine, Opera Pia Castiglioni garantisce uno sconto del 5% delle rette giornaliere rivolto a 10 ospiti della Rsa residenti nel Comune di Arconate. Via IX Novembre, ovvero la ex via Pasubio, resterà aperta al traffico veicolare, così come previsto all’attuale piano urbano del traffico, ma sarà avviato un confronto su eventuali correttivi per garantire l’incolumità e la sicurezza degli anziani.
I posti letto della Rsa, che opererà in regime totalmente privato, senza fruire della contrattualizzazione da parte del sistema sanitario regionale, saranno complessivamente 76. Di questi, 56 saranno in stanze doppie, con una retta giornaliera di 86 euro. I restanti 20 saranno in camere singole e, una volta determinato dalla Regione l’esatto fabbisogno, questi saranno destinati anche al cosiddetto nucleo Alzheimer, con una retta di 96 euro al giorno. Il costo della retta del Centro Diurno Integrato è pari a 30 euro al giorno, mentre il canone dei mini appartamenti protetti, che ospiteranno al massimo una persona, ammonta a 850 euro mensili. Per garantire che la gestione del servizio si svolga secondo i canoni della legittimità e della totale trasparenza, nel pieno rispetto della Legge, Opera Pia Castiglioni gestirà la Casa di riposo affiancata da due nuovi “esperti”, nominati dal Prefetto di Milano in forza dell’articolo 32 della legge 90/2014, ai sensi del quale – alla scadenza del commissariamento – sarà rinnovata una misura di sostegno e monitoraggio. Gli “esperti”, come previsto dalla norma, forniranno “prescrizioni operative, elaborate secondo riconosciuti indicatori e modelli di trasparenza, riferite agli ambiti organizzativi, al sistema di controllo interno e agli organi amministrativi e di controllo”. In altre parole, grazie alla figura di figure autorevoli e indipendenti individuate dalla Pubblica Amministrazione, il Comune ottiene la garanzia che mai più troveranno albergo, in questa vicenda e dentro alle mura della Rsa, condotte definite da un Tribunale “criminose”, “fuori dalla legalità” e per troppo tempo perpetrate ai danni della comunità, i cui effetti nefasti sono stati sotto gli occhi di tutti.
Per quanto appena esposto, sussistono tutti i presupposti per procedere all’approvazione, in questo Consiglio comunale, di un accordo transattivo tra le parti, con la modifica e l’integrazione dei contratti n. 377/2012 e 379/2013 stipulati con il Concessionario e che risulta essere – appare quasi superfluo ribadirlo – del tutto confacente al soddisfacimento dell’interesse di questo Ente, ovvero vantaggioso. Successivamente all’approvazione dell’accordo in Consiglio comunale, i Commissari avvieranno tutte le procedure previste dalla Legge per chiedere e ottenere, indicativamente entro 90 giorni, l’accreditamento della struttura nel sistema sanitario di Regione Lombardia. Ottenuto l’ultimo “via libera”, saranno poste in essere le assunzioni dei dipendenti: l’Amministrazione vigilerà attentamente sulla procedura, per verificare che la stessa si svolga secondo criteri di merito e trasparenza, senza alcuna influenza politica o interessi che nulla hanno a che fare con la professionalità, l’esperienza e la meritocrazia.
Da ultimo, l’operatore aprirà le porte della struttura alle famiglie che vorranno ospitare lì i propri anziani. Non rinunceremo, in ogni caso, a chiedere giustizia per gli errori del passato. Continueremo, in parallelo, a essere parte civile nel procedimento penale che riguarda i soggetti che si sono resi responsabili delle condotte criminose contestate circa la realizzazione della Rsa, allo scopo di far valere le nostre ragioni fino in fondo, cioè fino all’ultimo grado di giudizio, e chiedere a chi ha sbagliato di riparare al danno commesso. Il lavoro svolto fino ad oggi è durato 30 mesi ed è stato impegnativo e faticoso. Non sono mancati momenti difficili, nei quali è prevalso lo sconforto. Per aver difeso fino in fondo l’interesse del Comune io e il Sindaco, assieme alla giunta, abbiamo subìto nel tempo attacchi e violenze verbali, siamo stati sbeffeggiati sui social da qualcuno che ha trasformato i nostri visi in quelli dei pagliacci, dimostrando il più ampio e vergognoso disprezzo non tanto verso la nostra persona, quanto verso la funzione pubblica e il ruolo che rappresentiamo. Abbiamo subìto persino denunce pretestuose, abbiamo visto i nostri appunti sottratti e pubblicati alla mercé di tutti, ma questi deprecabili avvenimenti, figli di una concezione malata della contrapposizione politica, non ci hanno minimamente intimidito, né hanno scalfito la granitica convinzione di essere sulla strada giusta.
Da questo punto di vista, una parte del gruppo d’opposizione ha purtroppo rivelato, ancora una volta, la sua vera natura. Dico “una parte” perché, pur non condividendo la posizione del capogruppo Poretti, secondo la quale prima bisognava aprire la struttura e poi risolvere i problemi legali – strategia che, evidentemente, sarebbe stata sbagliata – ne apprezzo lo stile misurato e spesso costruttivo, nel rispetto dei ruoli e della funzione che in questo consesso rivestiamo. C’è invece una corrente, nel Suo gruppo, rappresentata e guidata dal consigliere Gamba, il cui obiettivo era quello di tenere chiusa questa struttura fino alle prossime elezioni per combattere l’ennesima guerra politica sulla pelle degli anziani, imputando colpe e responsabilità a questa Amministrazione. Una posizione egoistica, figlia di una concezione distorta e patologica del bene comune, che mira al consenso personale piuttosto che al bene della comunità. Consigliere Gamba, lei ha fallito, su tutti i fronti, ancora una volta. Il mio auspicio è che ‘Viva Arconate’ possa ritrovarsi su posizioni moderate, civili: non quelle di chi, evidentemente avendo poco da fare, si diletta a giocare sui social rappresentando gli amministratori come dei pagliacci o avallando chi ruba appunti, ma quelle di chi, come il Consigliere Poretti, ha più a cuore il futuro della comunità, piuttosto che estemporanee boutade che coprono di ridicolo chi le propone.
Permettetemi di ringraziare alcune persone, senza le quali questo risultato non sarebbe stato raggiunto. Il Sindaco, che non ha mai fatto mancare la sua presenza e il suo sostegno in una vicenda così complessa. L’Avvocato Federico Boezio, la cui indiscussa professionalità ha consentito all’ente di risolvere ciò che appariva quasi senza soluzione. Il segretario comunale, dott. Gianpietro Natalino e i funzionari del Comune – in particolare il dottor Stefano Balzarotti, il geom. Massimo Miracca e la ragioniera Giuseppina Colombo e il revisore dei conti – che negli ultimi giorni hanno lavorato senza sosta per redigere gli atti e consentire a noi, oggi, di votare. I Commissari Prefettizi, dott. Giuseppe Mele e dott. Furio Massimino Zucco, che con spirito di servizio ed estrema dedizione hanno contribuito in modo determinante alla risoluzione delle controversie: rappresentano le migliori risorse della Pubblica Amministrazione, limpido esempio di cosa significa servire lo Stato. Infine, Sua Eccellenza il sig. Prefetto di Milano che, con terzietà e indipendenza, ha sempre operato con estrema saggezza, nel difficile tentativo di bilanciare le esigenze dei soggetti coinvolti.
A Opera Pia Castiglioni e ai suoi soci, invece, l’augurio di buon lavoro. Ne avranno bisogno, perché la pandemia ha stravolto gli equilibri del mondo dell’assistenza agli anziani, mettendo molto spesso in crisi realtà blasonate e imponendo agli operatori economici di individuare nuove modalità per restare sul mercato. Confidiamo che, da domani, si possa aprire un tracciato di dialogo e confronto. Sappiano, i futuri gestori, che da in Comune troveranno le stesse persone del 2019: intransigenti sul rispetto delle regole ma aperti a una sincera e sana collaborazione, se questa sarà scevra da condizionamenti politici e da posizionamenti elettorali.
Egregi colleghi Consiglieri, cittadini intervenuti in sala e collegati in streaming: era la vigilia di Natale del 2012, quando il Consiglio comunale votava la convenzione con Opera Pia Castiglioni. Ancora prima: era il 20 dicembre 2009 quando il Consiglio comunale di Arconate iniziava il percorso che ha poi condotto alla
realizzazione della Casa di Riposo di Piazza Falcone e Borsellino, tracciando una strada che avrebbe portato – negli anni successivi – a denunce, inchieste della Procura della Repubblica, arresti, condanne, contenziosi. Oggi, esattamente a distanza di 12 anni, mettiamo la parola “fine” a questa dolorosa e complessa vicenda. Sentirete dalla minoranza lamentele sulle tempistiche con cui è stato convocato il Consiglio comunale di questa sera: non fateci caso, è puro teatro. L’Amministrazione comunale, in questo caso, è stata chiamata a rispettare le tempistiche concordate dalla Prefettura di Milano, per addivenire il prima possibile alla votazione dell’accordo, e quindi la data di questa seduta non aveva margini di trattativa. Fa sorridere, poi, che le polemiche arrivano da parte di questo gruppo, il cui leader – 9 anni fa – non si fece scrupoli a riunire in fretta e furia i Consiglieri la sera della vigilia di Natale per votare sulla casa di riposo. Serve coerenza, quando si muovono critiche. E in questo caso voi non l’avete. In ogni caso, rispettiamo profondamente l’esigenza che spinse l’allora Consiglio comunale ad avviare un servizio importante che andrà a beneficio della comunità, soprattutto quella più anziana, ma non possiamo condividere le modalità con cui questo slancio ha preso forma e si è sviluppato, poiché hanno rivelato un limpido interesse privato in capo all’allora Sindaco e il contestuale tradimento tradendo della funzione pubblica e del mandato affidato a lui dagli elettori.
Non possiamo – mi rivolgo anche alla parte politicamente “sana” della minoranza – cancellare il passato o riscrivere la storia, politica e giudiziaria. Non ci è concesso ignorare le sentenze, assolvere a nostro piacimento chi ha commesso errori. Possiamo però disegnare insieme il futuro e offrire al paese un’opportunità di sviluppo e di crescita: prenderci cura dei nostri anziani, generare posti di lavoro, creare servizi. Possiamo aprire insieme un nuovo capitolo, siglando un patto di collaborazione che – dopo le contrapposizioni, anche quelle più aspre – ci porti a lavorare insieme per garantire che, dopo l’apertura, quella Rsa funzioni e funzioni bene, con un controllo accurato degli standard qualitativi e, quindi, del rispetto della convenzione con il Comune.
Abbiamo nelle nostre mani la possibilità di inaugurare una nuova stagione politica, isolando chi, con mezzi al di fuori della legalità e con toni costantemente denigratori e sopra le righe, tende a delegittimare e schernire l’avversario, e promuovendo nuove modalità di confronto e di sinergia. Tra poco questo accordo sarà messo ai voti. Se la maggioranza del Consiglio sarà favorevole, la Casa di riposo aprirà tra qualche mese. Voterà “sì” chi vuole davvero aprire la Rsa. Voterà “sì” chi, dopo 13 anni, intende scrivere un nuovo pezzo di storia del paese, senza dimenticare il passato, ma con lo sguardo attento ai bisogni futuri della comunità, nella consapevolezza che l’Amministrazione pubblica è chiamata – molto spesso – a risolvere le eredità del passato. Fatelo anche voi, dimostrando senso di responsabilità, abbandonando l’ormai stanco e superato ruolo di chi, all’opposizione, deve per forza contestare chi governa. ‘Cambiamo Arconate’, la maggioranza che sostiene questa Amministrazione, di cui sono orgoglioso di far parte, non ha dubbi sulla scelta e sulla bontà delle soluzioni individuate. Chi vota oggi questo accordo si assume l’onere e l’onore di servire il paese con senso di responsabilità. Noi abbiamo deciso di farlo, come disse il filosofo Cicerone, “sine spe ac metu”, senza speranza né timore, esercitando la nostra funzione in modo imparziale e libero, affidato alla coscienza di ognuno e senza pregiudizi, senza per questo attendersi plausi o dover temere attacchi. State dalla parte giusta, scrivete con noi una nuova pagina della storia di Arconate, che oggi ci consente finalmente di guardare avanti con fiducia e con coraggio, di chiudere i conti col passato, sapendo di aver fatto la cosa giusta, in coscienza. Grazie.
L’Assessore con delega alla Casa di Riposo
(Francesco Colombo)
Arconate, 21 dicembre 202